Il Radical design ha reso l'Italia simbolo dell'avanguardia artistica e culturale di fine anni '60: chi sono stati i protagonisti? Quali sono le opere più importanti?

Breve guida al design e all'architettura radicale, e alla loro produzione iconica, ancora oggi apprezzata a livello globale.

Design radicale

Il design radicale si sviluppa nelle sue caratteristiche più riconoscibili da un'esperienza tutta autoctona, essendo il Radical design italiano quello a cui ci si è maggiormente ispirati a livello mondiale. In merito al Radical design una definizione compiuta vera e propria non c'è, ma la corrente vede al centro l'esperienza di alcuni creativi, che venivano definiti di opposizione: sulla scia della contestazione studentesca del '68, i designer rifiutano l'avanzata del Razionalismo, cui contrappongono i loro progetti. Nel Radical design gli oggetti sono ironici e innovativi anche nelle funzioni primarie, eccentrici e fuori dagli schemi.

Il Radical design in Italia (detto anche Anti-Design o Contro-design) nasce a Firenze con i gruppi associati di progettisti Archizoom e Superstudio, quindi approda a Milano per poi trovare la via dell'Europa e del mondo intero, dove sarà conosciuto come Italian radical design. I primi anni di produzione evidenziano gli stilemi della Pop Art e delle avanguardie artistiche degli anni '60 – '70: verso la metà di questi ultimi, lo spirito rivoluzionario del movimento si normalizza, sfociando nel design Neomoderno (Neomodern), di cui lo studio Memphis e Alchymia saranno i massimi rappresentanti.

Nella corrente del Radical design gli artisti più influenti sono stati senz'altro Gaetano Pesce, Gianni Pettena, Riccardo Dalisi, il Gruppo Strum e Alessandro Medini, che apprezzò la poetica del Radical design pubblicando i lavori sull'allora sua rivista di settore Casabella. Un capitolo a parte va dedicato a Ettore Sottsass che del Radical design fu l'emblema: nel 1957 assumerà il ruolo di art director di Poltronova e l'anno successivo inizierà a collaborare con la Olivetti, senza dimenticare la ricerca artistica e concettuale, fondando la rivista Pianeta Fresco con i mostri sacri della beat generation Fernanda Pivano, sua moglie, e Allen Ginsberg. In seguito fonderà anche lo studio Sottsass Associati e il Gruppo Memphis, insieme a Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi e Michele De Lucchi. Sottsass fece parte anche di quella che per Zanotta fu la storia più importante: il celebre marchio d'arredamento contribuì all'innovazione del design italiano e globale, grazie a collaborazioni con grandi artisti, quali Achille Castiglioni, Gae Aulenti, Joe Colombo, Marco Zanuso, Giuseppe Terragni, Enzo Mari, Bruno Munari e molti altri. Tra le realizzazioni più note sotto l'ala di Zanotta, ci furono la celebre poltrona Sacco, l'appendiabiti Sciangai, il sedile Allunaggio e la sedia Mezzadro.

Fondazione radical design

La Fondazione Radical design nasce con lo scopo di mantenere in vita lo spirito che fu proprio delle esperienze di design e progettazione a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, promuovendo tutt'oggi iniziative sul territorio.

Tra le recenti proposte, legate alla memoria di tale esaltante periodo storico, che ha rappresentato uno dei massimi picchi di creatività nel nostro Paese, c'è il film diretto da Maria Cristina Didero e Francesca Molteni SuperDesign Italian Radical Design, del 2017, che ha fatto il giro del mondo e probabilmente ha instillato anche all'estero la voglia di creare dei cosiddetti Radical design course, presso scuole di architettura e progettazione. Di certo il successo della filosofia radical ho conquistato gli U.S.A., dove sbarca Supergroup, la galleria dedicata al Radical design a Brooklyn.

Architettura radicale

La definizione di architettura radicale si deve al critico e storico dell'arte Germano Celant che la usò per identificare l'inizio di un nuovo modo di fare e progettare, in cui il rapporto tra la forma e l'estetica viene interpretato in modo visionario, al limite dell'utopia. Si frantumano i confini tra le arti, in grande fermento alla fine degli anni '60, con la presenza di performance, body art, installazioni e video arte che finiscono per influenzare anche il campo dell'architettura e del design.

In Italia il sunto di questa tendenza innovatrice si ha con la mostra Superarchittetura, promossa dagli studi associati di Firenze Archizoom e Superstudio, nel dicembre 1966 a Pistoia, alla cui sperimentazione si aggiunsero presto Ufo e Gianni Pettena. Quello che si andò sviluppando in Italia fu un linguaggio ancor più caratteristico e specifico rispetto alle correnti europee radicali, che videro tra i loro maggiori esponenti Rem Koolhass, Archigram e Arata Isozaki.

L'architettura radicale fu legata soprattutto a tematiche concettuali, tanto che, tra le idee del periodo, Archizoom propose la Non Stop City, cioè una città senza architettura: uno spazio continuo e privo di determinazione, cui aderì anche Superstudio e l'altra grande realtà fiorentina di Gruppo 9999. A quest'ultima associazione si devono l'happening a Ponte Vecchio del 1968, durante il quale vennero proiettate delle immagini sulle sue pareti, la discoteca Space Electronic vicino Santa Maria Novella, realizzata per via delle esperienze con cui il Gruppo venne in contatto durante un viaggio a New York, nel Greenwich Village, e dalle quali rimasero molto impressionati. Loro anche l'idea per la Casa Orto, un'abitazione ecologica in cui il verde va a integrarsi allo spazio abitativo, presentata in occasione della mostra Italy: The New Domestic Landscape presso il MoMA nel 1972.